Cintura di castità

Non ci capita spesso di fare personalmente le consegne ma, se nelle vicinanze e, soprattutto, al Sabato, possiamo prenderci noi cura della consegna.

Questa cliente aveva già ordinato altre volte ed era una cliente top.

Gli articoli acquistati erano diversi, Vibratori Classici, Vibratore Rabbit, Falli Realistici di diverse misure, Vibratore Punto G, Stimolatori prostatici, Plug Anali, Kit Bondage, Strap-on, diversi gel lubrificanti.

Abbiamo sempre spedito con il nostro abituale corriere.

Solo una volta la consegna l’abbiamo fatta noi perché l’ordine era pervenuto il venerdì sera.

Se avessimo spedito con il solito corriere non avrebbe ricevuto il prezioso contenuto fino al martedì successivo.

Come ci capita di fare qualche volta, l’abbiamo contatta con discrezione e le abbiamo proposto la consegna fatta con un nostro incaricato per il Sabato mattina.

Felice della proposta e sorpresa per la nostra cura del cliente ha gradito il nostro servizio.

Vado personalmente, alle 9 sono li sotto casa sua; citofono.

Lei scende, una bella donna sulla cinquantina. Pur vestita con una tuta la sua bellezza era evidente.

Mi ringrazia per la consegna e facciamo due chiacchiere. Mi fa i complimenti per il sito e per il servizio offerto e l’eleganza del packaging.

Non mostrava nessun imbarazzo pur sapendo che io fossi un dipendente dell’azienda e che fossi a conoscenza del contenuto del pacco.

Ci congediamo con un cordiale buon giorno.

Rossella fa altri ordini che spediamo col nostro corriere. Il nome, ovviamente, mi è noto per la sua iscrizione al sito.

Ancora un ordine al Venerdì sera. Stessa procedura; contattiamo per proporre nostra consegna.

“Si grazie mille, consegnate voi ma non alle 9 come l’altra volta. Se Potete verso le 10-10,30 sarebbe meglio”.

Vado ancora io.

Puntuale alle 10,30 citofono, “oh buongiorno, le dispiace salire Lei?”

Mi saluta come se mi avesse riconosciuto, mi avrà visto dal video citofono.

“Nessun problema signora, scale e piano?”

“Scala B, 2ndo piano”.

Suono il campanello, mi apre un signore; “prego entri”.

Entro. Lei si affaccia dalla porta della cucina “buongiorno, come va? Lo beve un caffè? L’ho appena fatto”

“No grazie signora, ne ho già presi 2 da questa mattina”

“Mi offendo, si accomodi sul divano che arrivo”.

Mi siedo, non riesco a dire di no. AL mio fianco il signore che mi ha aperto la porta.

Lei arriva con un vassoietto vestita con una gonna sopra al ginocchio e un paio di sandali tacco alto, severi, camicia bianca slacciata da far vedere il seno prosperoso e un paio di calze velate con la riga dietro.

Gran figa, dico tra me e me, gran figa ma dall’espressione severa.

Mi sorride “le presento Alberto, è mio marito. Mi ricorda il suo nome?”

“Giovanni”

Si siede di fianco a me e mi porge la tazzina di caffè. Il marito, alzatosi, si accomoda su un divanetto di fronte a noi.

Finito il caffè Rossella mi prende la tazzina e la ripone sul vassoio appoggiato sul tavolino da fumo.

“Vediamo un po' il nuovo giocattolo” dice ad alta voce mentre lo apre.

Tira fuori un oggetto nero. “lo vuoi provare subito Alberto?” dice guardando il marito.

Lui annuisce con obbedienza ed eccitazione.

“Vi lascio e grazie per il caffè”. Faccio per alzarmi quando lei mi ferma appoggiandomi una mano sulla gamba.

“Stia qui con noi, non abbia fretta”.

La sua mano ancora sulla mia coscia. Non so se sono più imbarazzato od eccitato per la sua mano che è si sulla mia coscia ma ad un centimetro dal mio pene che sta diventando sempre più duro.

La sua mano sempre lì, accavalla le gambe e si intravvedono i ganci del reggicalze.

La distanza tra la sua mano ed il mio pene ora è stata colmata dall’eccitazione.

Lei non la sposta, anzi, la appoggia proprio sopra. Mi guarda e mi bacia infilandomi la lingua in bocca.

Pur sapendo che il marito è lì, proprio di fronte a noi, non mi sento imbarazzato. Dirò di più, la cosa mi eccita da impazzire.

Le prendo la testa e la bacio con più vigore e voglia mentre una mano entra sotto la gonna per accarezzare le sue cosce.

La sua mano sempre sulla mia asta come per controllare che il vigore non si spenga.

Si alza, cammina sui tacchi come se non toccasse terra tanto è leggero e sinuoso il suo camminare.

Sensuale, provocante, femmina.

Sparisce dalla mia vista.

Il marito ancora seduto davanti a me, mi guarda. Lo fisso come per capire cosa stia pensando.

Il suo sguardo è eccitato e per niente arrabbiato.

Ricompare senza la gonna, il reggicalze e le calze nere risaltano sulla camicetta bianca.

In mano un paio di manette ed il nuovo oggetto appena comprato.

Lo porge al marito e gli dice di indossarlo.

Lui si sfila i pantaloni, poi gli slip e armeggia con l’oggetto. Mi accorgo solo ora che si tratta di una cintura di castità da uomo. Lei si avvicina e chiude il lucchetto della cintura di castità, la chiave la appoggia sul tavolino vicino al divano.

Prende le manette e lo ammanetta con le mani dietro la schiena.

“ora siediti sulla poltroncina e guarda come si fa a soddisfare una donna”.

Queste parole mi riempiono di responsabilità, sarò in grado di soddisfarla?

Io ancora seduto sul divano, lei si avvicina e si accomoda di fianco a me. Lui di fronte a noi.

Le sue gambe si aprono mentre mi slaccia la cintura e mi arpono la cerniera. Un movimento rapido e lo fa scivolare fuori dai pantaloni mentre mi bacia con voglia.

La mia mano sfiora con delicatezza il suo interno coscia fino a sfiorare la splendida apertura. Umida, morbida, vellutata senza peli.

Lo tiene stretto in una mano che muove piano su e giù per ricordarmi di tenere fede alla sua voglia di essere soddisfatta.

La sua bocca scende piano sul mio membro. Lei sempre seduta al mio fianco per farsi vedere meglio dal marito. I suoi occhi fissano Alberto mentre la sua lingua si prende cura del mio glande. Una gamba sollevata sul divano leggermente piegata, l’altra giù dal divano.

Questa posizione mi permette di avere libero accesso al suo clitoride, alle sue labbra, alla sua vagina che accarezzo con la mia mano mentre inizia a succhiarmelo.

Una mano, quella che non stringe il mio pene, è appoggiata al mio ginocchio e fa il segno delle corna.

Vuole rimarcare a suo marito cosa è, un cornuto e segaiolo. Anzi no, segaiolo no, non ha la possibilità di toccarsi ma la sua espressione denuncia la sua voglia di farlo.

“Alberto guarda come lo succhio, ti piacerebbe essere al mio posto?”

Lui fa un cenno di approvazione con la testa, un gesto appena accennato.

Rossella si alza, si mette davanti a me dandomi le spalle. La sua faccia sempre rivolta al marito come per aumentarne l’umiliazione.

Si siede tenendo in mano il mio membro per puntarlo sulla sua apertura ed infilarselo meglio.

Scende piano, lo sento scivolare dentro. Si ferma solo quando le sue natiche poggiano sulle mie cosce e non può scendere oltre.

Sta li, ferma, gambe aperte per offrire una visione migliore al marito.

La sua mano ora si tocca il clitoride, il segno delle corna spesso si ripresenta anche mentre si masturba col mio cazzo dentro di lei.

Inizia a muoversi piano su e giù, geme. Io non so se riesco a resistere. La situazione è talmente eccitante che mi devo sforzare per non venire subito.

Le mie mani le prendono i fianchi, inizio a ritmare il suo movimento fino ad accorgermi che la tiro sempre con più forza verso il basso per sbatterla con vigore.

Mi fermo, si ferma.

Si alza. D’istino mi alzo anch’io. La posiziono sul divano piegata 90 gradi in modo che Alberto possa vedere bene come la prendo.

Prima di penetrarla mi chino verso la sua figa e la lecco per darle piacere e sollievo. Il clitoride è gonfio.

Alterno leccate e risucchio sul clitoride.

Mi alzo, lo punto ed entro con forza. Un gemito di dolore misto a piacere esce dalla sua bocca.

Inizio a sbatterla a colpi forti. Poi piano, solo per durare di più.

Esco, sto per esplodere ma non ora, lei non è ancora venuta.

Si alza e prende un piccolo vibratore.

Si riposiziona comoda sul divano offrendomi il buco più stretto.

Non serve neanche il lubrificante tanto i suoi umori sono arrivati a bagnarla ovunque.

Appoggio la cappella sul suo strepitoso buchino.

“Scopami forte”. Entro con velocità, capisco a cosa servissero quei giochini anali.

Accogliente, caldo, stretto. Do qualche colpo ben assestato per entrare bene.

Mi muovo piano, poi forte, poi piano ancora.

Lei tiene il piccolo vibratore appoggiato al clitoride e geme, geme come una signora calda e perversa sa fare.

La sento gemere e venire, si agita come per sentirlo meglio e mi prega di sbatterla con forza.

Esplodo dentro di lei provando un piacere mai provato prima.

Lei continua a venire, orgasmi multipli che mi costringono a non smettere di penetrarla con forza.

Si ferma e appoggia la testa sul divano esausta e soddisfatta.

Io anche sono sfinito ma molto soddisfatto.

Dopo qualche secondo di riposo, che sembrava un’eternità, si alza, va verso Alberto e le libera le mani dalle manette.

Torna verso il divano e si siede di fianco a me.

Mi bacia, le sue gambe spalancate ed in mezzo alle sue gambe la testa di Alberto che lecca con ingordigia per portarla ad un nuovo orgasmo.

“La prossima volta Alberto ti faccio assaggiare il cazzo di Giovanni, piacerà anche a te”.

Lui la guarda, sorride e torna a leccare il clitoride della moglie con pazienza ed esperienza.

Rossella viene ancora mentre ci baciamo, la sua mano sul mio pene che continua a masturbare con grazie e capacità. Esplodo ancora.

“È stato proprio bello Giovanni, la prossima volta vieni ancora tu a consegnarmi gli ordini”.

Non potrò fare diversamente dopo questa esperienza che mi ha eccitato come non mai.

 

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