Il Saspandana
In un meeting, come accade sempre più raramente in questo periodo, ma non online ma in presenza.
Siamo pochi e ben distanziati come ci impongono le buone regole nell'era Covid.
La luce del cellulare mi avvisa di un nuovo messaggio whatsapp. Non riesco a leggere subito, so già che si offenderebbero. Pausa caffè. Tutti si alzano per sgranchirsi le gambe, prendere un caffè e qualcuno esce dall'azienda per fumare. Rimango seduta, prendo il telefono e leggo il nuovo messaggio; "Stasera giochiamo tesoro, cerchiamo il saspandana". Che diavolo è il saspandana mi chiedo. Rispondo con una faccina sorridente "ma cosa sarebbe?". La risposta è un'emoji furba. So già che mi aspetterà una serata impegnativa ma piacevole, la fantasia non manca mai. Non sto nemmeno cercando il significato della parola, voglio godermi la sorpresa al massimo. Un brivido mi attraversa la schiena, un brivido di piacere, e sento già che mi sto bagnando. Riesce sempre ad accendermi.
L'incontro continua, distratta, mi mancano alcuni passaggi. "Devo ritrovare la concentrazione" mi dico. Continua. Solite slide, soliti numeri, solite richieste, il solito "mai abbastanza". La frase riorrente è "troppo non è mai abbastanza". Che palle.
Finiamo. Ci alziamo e tutti tornano alla loro scrivania. Smaltisco alcune e-mail arretrate, spengo tutto e me ne vado dicendo addio ai miei colleghi.
Solito traffico infernale, lo affronto pensando che stasera mi rilasserò.
Arrivo a casa, l*i li ad aspettarmi con due bicchieri di vino bianco fresco in mano. Entro, sorrido, poso la borsa e mi tolgo le scarpe. “Grazie” dico prendendo il bicchiere. Brindiamo e sorseggiamo il vino. Neanche una parola, gli sguardi sono intensi ma dolci. Rompo il ghiaccio, “mi dici cosa è il saspandana?”. Sorride, semplicemente sorride. Finisco di sorseggiare il vino. “Vado a farmi una doccia tesoro”.
Vado in camera da letto, mi spoglio e mi dirigo verso la doccia. La voglio un po' fresca, oggi fa un caldo atroce e vorrei rinfrescarmi in tutti i sensi. Solito rito post doccia, mi asciugo, olio, profumo, solite cose insomma. Voglio sorprenderl*. In camera scelgo un capo di lingerie dolce ma provocante. Lo indosso con un paio di decolleté tacco alto. Vado. L*i li, ad aspettarmi. Mi scruta, mi sorride, mi prende la testa e mi bacia, uno di quei baci intensi che già loro ti producono un orgasmo.
Mi fa sedere su una sedia, prende una mascherina oscurante e me la fa indossare. Non vedo niente.
Mi prende le braccia e me le porta dietro la schiena, una corda me le lega alla sedia. Il tutto fatto con dolcezza ma con decisione. Sono eccitata, spaventata, ma terribilmente eccitata. Mi bagno, solo questo mi fa sentire i miei umori bagnarmi le cosce. Sento ancora le sue labbra, la sua lingua, le sue mani che mi accarezzano il seno. Il bacio è lungo, intenso, dolce, voluttuoso. Io sempre più eccitata. Si stacca, non vedo e non sento niente, attimi di piacevole attesa. Le sua mani ora sulle cosce me le aprono dolcemente, sposta il perizoma e sento la sua lingua capace accarezzarmi per tutta la lunghezza della mia vagina. Si sofferma sul clitoride, il piacere è forte, avrei voglia di esplodere ma mi trattengo per godermi al massimo quelle coccole sublimi. La lingua si ferma, attesa. Sono bagnatissima. Le sue mani mi aprono ancora di più le gambe, qualcosa di liscio ma rigido sta entrando dentro. Avanti e indietro di pochi centimetri, non tanti, quanto basta a sentire un fastidio. Il fastidio si trasforma in una sensazione di piacere, non fortissima per ora. Inizia a vibrare, ora capisco fino in fondo cosa mi stia infilando dentro. Le vibrazioni cambiano, da meno intensa a più intensa. Ora non fa più in profondità ma lo tiene in un punto preciso. La sensazione di piacere diventa sempre più intensa, sembra quasi mi scappi la pipì. Continua con capace tranquillità. Lo tiene li fermo a vibrare, la sua lingua di nuovo sul mio clitoride. Non resisto più ed esplodo. Qualche getto mi fuoriesce e mi vergogno, ma non sono riuscita a trattenermi. Mai provato un piacere così intenso. Gli orgasmi sono continui e fermo la sua mano che stava tirando fuori quello stupendo giocattolo. Ne voglio ancora…………